6. Dal Kazakistan all'Uzbekistan

Nella Steppa Kazaka
Questa parte del Kazakistan è caratterizzata da un territorio pianeggiante, prevalentemente desertico con una temperatura in questo periodo di 45/46 gradi. 
Rimango colpito dalle centinaia di km di tubi sopraelevati che costeggiano la strada, probabilmente si tratta di un oleodotto.
Oggi abbiamo sperimentato anche in Kazakistan il malcostume della polizia. Valerio ed io mentre viaggiamo soli in coda al gruppo, veniamo fermati da una pattuglia che ci contesta un eccesso di velocità inesistente. Stavolta decidiamo di non subire e ci rifiutiamo categoricamente di pagare, prendiamo i nomi dei poliziotti  e mentre Valerio si appresta a telefonare all'ambasciata, i militari ci fanno cenno di proseguire non senza averci rivolto qualche insulto. Ora abbiamo capito come ci si deve comportare e da questo momento in poi non prenderemo più multe.



Giunti a Beyneu l’hotel Arna non si trova ma forse perché noi cerchiamo un hotel ... comunque è l’unico della zona e non abbiamo alternative. Le camere a nostra disposizione sono insufficienti, inoltre le donne presenti all'interno parlano solo uzbeko e solo due ore più tardi riusciremo a trovare una sistemazione. Per cena la solita ciorba e poi, prima di andare a letto, veniamo chiamati per ricoverare le moto in un cortile chiuso per la presenza di un gruppo di brutti ceffi ubriachi in cerca di guai. 
Fatico a prender sonno pensando alla tappa del giorno successivo che si preannuncia durissima a causa di una leggendaria pista sterrata.

Il mattino seguente partiamo che c’è ancora buio faticando non poco a trovare la strada giusta fino a quando ci viene l’idea di seguire la ferrovia che va verso sud-est e quindi verso l’Uzbekistan. La pista è quella giusta, nel frattempo spunta il sole nel deserto del Karakum e ci fermiamo qualche minuto a goderci lo spettacolo.
Nei successivi 180 km di sterrato e sabbia  mi ritrovo a mangiare quintali di polvere sollevata dalle moto che precedono. Stanchi di ingoiar polvere Michele ed io decidiamo di andare avanti tirando a 100/120 all'ora sfiorando le buche senza finirci dentro e subito la guida diventa più leggera e meno faticosa, il tole ondulé quasi non si sente. Questa volta la polvere la facciamo mangiare agli altri però dobbiamo stare molto concentrati e attenti a non commettere errori perchè una caduta a queste velocità potrebbe essere fatale.
Un paio dietro di noi decidono di imitarci ma sono più sfortunati e finiscono a terra in una nube di polvere e con qualche danno alle borse laterali.


La Pista Beyneu-Nukus

In Uzbekistan
Ci ricongiungiamo tutti in frontiera dove ci attendono le solite lungaggini. Riusciremo a passare solo dopo 3 ore augurandoci che in Uzbekistan le strade migliorino ... ma non è così.
Cominciamo anche ad avere i primi problemi nel reperire la benzina che in Uzbekistan scarseggia e che quando va bene ha 91 ottani, altrimenti solo 80.
Ad una Pompa di Benzina
Nell'attraversamento di alcuni centri abitati il gruppo si divide ed io rimango nel gruppetto di coda con altre 3 moto che mi seguono ma dopo alcuni km scopro di essere rimasto solo. Mi fermo qualche minuto ad aspettare ma non vedendo arrivare nessuno giro la moto e torno indietro per vedere cosa è successo. Faccio circa 10 km ma gli altri non si vedono, aspetto ancora ancora qualche minuto e poi, non sapendo cos'altro fare, riprendo la strada per Nukus. Entrando in città cerco il road book per l’indirizzo dell’albergo, rovisto dappertutto, svuoto completamente le borse ma del road book nemmeno l’ombra. Allora provo a telefonare ma non c’è segnale, Nukus è una città di 300.000 abitanti ed io non so dove andare. Ricarico le borse e mi avvio verso il centro fermandomi varie volte a chiedere mimando se qualcuno ha visto dei motociclisti  passare.

A Nukus
Mentre sto ancora pensando ad una soluzione, eccola che arriva inaspettatamente nei pressi di una grande rotonda dove vedo i 3 amici rimasti indietro che parlano con un poliziotto. Li raggiungo e ripartiamo in direzione dell’hotel dove arriviamo intorno alle 20. Mi racconteranno più tardi che si erano fermati a causa di una foratura e poi avevano percorso una strada parallela a quella che ho fatto io. 
Oggi abbiamo incontrato Barscillò, (l’ho scritto come si pronuncia) la guida che ci accompagnerà nella visita delle tre città uzbeke e che ci farà compagnia nei prossimi sette giorni.