Volgograd |
Dopo circa 200 km arriviamo in frontiera e iniziamo le pratiche per l’attraversamento. Nonostante la presenza di un funzionario stranamente gentile e che parla inglese, le procedure vanno per le lunghe e ci vorranno più di due ore per andare “oltre cortina”.
Oggi abbiamo fatto il primo rifornimento di benzina in Russia con una modalità nuova e del tutto inadeguata per le motociclette. In pratica si deve prima pagare il quantitativo di benzina che si vuole acquistare e poi si va alla pompa per il rifornimento. Se questo sistema può andare bene per i capienti serbatoi delle auto, non lo è invece quando si ha a che fare con serbatoi di 18/20 litri e che, per problemi di autonomia, devono essere sempre riempiti fino all'orlo. Esiste anche la possibilità di fare il pieno ma in questo caso i tempi si dilatano enormemente perché bisogna lasciare alla cassa una banconota di grosso taglio o la carta di credito come garanzia, si va a fare il pieno e poi si torna in cassa a pagare. Vi lascio immaginare cosa succede quando si ritrovano alla pompa contemporaneamente una decina di moto più qualche altro avventore locale.
A Volgograd un gruppetto tra cui il sottoscritto desidera vedere la collina di Mamaev Kurgan con la statua della Madre Russia alta 52 metri. Questo complesso fu realizzato negli anni 60 per commemorare i caduti dell’armata rossa nella sanguinosa “battaglia di Stalingrado”. Si decide pertanto di visitarlo l’indomani prima di partire.
Dopo cena, al ritorno dalla solita passeggiata, questa volta lungo il Volga, mi reco alla reception per ritirare la chiave della camera e trovo un’impiegata preoccupatissima perché non ho consegnato assieme al passaporto il “foglietto bianco” rilasciatomi in frontiera. A suo dire quel documento è di estrema importanza. Vado in camera, lo cerco dappertutto ma del foglietto bianco nemmeno l’ombra. Non sapendo cosa fare scendo al bar a bere qualcosa e poi vado letto rimandando il problema al giorno successivo. Lo so che non è una soluzione ma d’altra parte penso: “ micca mi picchieranno “.
L'hotel |
Siamo di nuovo in moto verso le 9, tutto procede bene seppur con temperature vicine ai 40 gradi e superando innumerevoli pattuglie di polizia che di tanto in tanto fermano qualcuno del gruppo. Anch'io, che spesso rimango indietro per fare fotografie, sono stato fermato un paio di volte e l’ultima volta per poter riavere la patente ho dovuto sborsare 50 euro per un sorpasso che non ho mai effettuato.
Di questo malcostume ne avevo sentito parlare ma non credevo che la polizia fosse così assillante ed arrogante con i turisti stranieri. Ho verificato personalmente che sono particolarmente insistenti con coloro che viaggiano soli, probabilmente perché non hanno nessuno che possa testimoniare i loro abusi.
Sulla Strada per Astrakhan |
Ad Astrakhan |
In serata entriamo ad Astrakan letteralmente invasa da militari in festa. Fatichiamo un po’ a trovare l’hotel che è un classico casermone russo, bello fuori ma con camere e bagni risalenti alla rivoluzione d’ottobre. Dopo la solita doccia rilassante ed una misera cena facciamo una passeggiata lungo il fiume facendoci largo tra gruppi di giovani ubriachi tenuti costantemente d’occhio da decine di poliziotti.
Rientrati in albergo, prima di addormentarmi visiono l’itinerario… domani entreremo in Kazakistan attraversando l’Ural e costeggiando il mar Caspio fino ad Atyrau. Che bello, non mi sembra vero…