Per la riparazione del furgone si punta su Almaty dove Valerio ha un amico Kazako che si è reso disponibile a risolvere il problema. Decidiamo pertanto di dividerci. Valerio in moto e Giuseppino su un carro attrezzi con il furgone, partono direttamente per Almaty rinunciando agli ulteriori due giorni in Kirghizistan, mentre il resto del gruppo prosegue sull'itinerario programmato.
L’uscita da Bishkek e i successivi 50 km sono da incubo. Il traffico qui è assurdo solo che invece di scassatissime auto, i kirghisi spesso guidano dei SUV neri nuovissimi a volte senza targa e che sfrecciano a velocità impressionante incuranti del prossimo. Oggi ho visto con i miei occhi due paurosi incidenti frontali. Allontanandoci dalla città le condizioni del traffico migliorano leggermente anche se è consigliabile rimanere sempre concentrati e non abbassare mai la guardia.
Prima di arrivare al grande lago Issyk Kul percorriamo una cinquantina di km di strada sterrata annaffiata dalle autobotti col risultato che alla fine ci ritroviamo coperti di fango dalla testa ai piedi.
Arrivando al lago si deve superare un check point con pagamento di un pedaggio di 8 euro a cranio. Ne vale comunque la pena perché il posto è magnifico.
Il lago Issyk Kul è un enorme lago salato profondo 695 metri stretto tra le montagne del Thian Shan. Durante la guerra fredda è stato utilizzato dall'Armata Rossa per collaudare i sommergibili nucleari mentre oggi è una esclusiva località di villeggiatura frequentata prevalentemente da facoltosi russi.
Il nostro programma prevede di andare a Karakol, punto più a est del viaggio, ma purtroppo per ragioni a noi sconosciute la frontiera che avremmo dovuto attraversare l’indomani, è chiusa fino a tempo indeterminato e non ci è consentito proseguire.
Ci avviamo allora sulla sponda nord del lago e ci fermiamo in uno splendido villaggio turistico con vista sulle vette innevate. Nonostante l'altitudine la temperatura è elevata e qualcuno ne approfitta per prendere il sole e fare il bagno.
Il Lago Issyk Kul |
Io invece controllo la moto perché oggi ho avuto la sensazione che non frenasse adeguatamente ed in effetti riscontro che la pinza del freno posteriore è bloccata e le pastiglie sono completamente consumate. Il guasto è stato sicuramente causato dalla polvere e dal fango che scioccamente non ho mai pensato di rimuovere. Essendo danneggiata in modo irreparabile, da quel momento in poi fino a casa, dovrò avvalermi del solo freno anteriore. La nota positiva è che anche oggi ho imparato qualcosa di nuovo.
A sera Valerio ci informa che dopo avere passato 5 lunghissime ore in frontiera sono giunti all'hotel senza ulteriori problemi.
All'indomani a causa della frontiera chiusa dobbiamo ritornare a Bishkek ripercorrendo lo sterrato del giorno precedente che si snoda in una stretta valle tra alte montagne completamente brulle. Cerchiamo sulla cartina un'alternativa che ci consenta di evitare il pericoloso traffico della capitale ma sembra non esistere però, grazie alle indicazioni forniteci da una persona del posto, dopo alcuni km ci immettiamo sul tracciato di una strada in costruzione che ci condurrà direttamente in frontiera evitando la capitale. Forse perché è sabato o forse per altri motivi le cose vanno meglio del previsto e verso l’una siamo al confine.
Il mal di schiena, che già da ieri ha ripreso a farsi sentire, oggi è più forte del solito. Faccio fatica a stare in piedi e non mi spiego come mai l’Aulin, di solito così efficace, questa volta non faccia effetto.
Espletate le solite formalità alle quali siamo ormai abituati entriamo in Kazakistan intorno alle 14:30 per immetterci su un noiosa superstrada che ci porterà fino ad Almaty. Nel frattempo il dolore alla schiena è diventato insopportabile e faccio fatica a stare in sella. Devo solo arrivare all'hotel poi abbiamo un giorno di sosta che spero sia sufficiente per rimettermi in sesto.
Finalmente verso le 18 arriviamo. Paolo, vedendo che sono in difficoltà, mi aiuta a mettere la moto sul cavalletto, scarico le borse e mi trascino in camera.
All'ora di cena Valerio ci informa che a causa del week end che coincide anche con la fine del ramadan non è stato possibile intervenire sul furgone però i pezzi necessari sono già stati ordinati in Italia e dovrebbero arrivare il martedì.
Gli altri escono per una passeggiata mentre io, dopo aver recuperato da Antonio un tubetto di Voltaren, vado in camera a fare il trattamento.
Il giorno successivo è dedicato alla visita della città. La schiena sembra andare meglio pertanto mi aggrego al gruppo che parte alla scoperta dei monumenti più interessanti di Almaty tra i quali la bellissima cattedrale ortodossa.
Ad Almaty |
La Cattedrale Ortodossa |
Dopo cena, mentre tutti gli altri se ne vanno a dormire, Michele ed io ci fermiamo al bar per un’ultima birra e mentre stiamo degustando la nostra bevanda notiamo che ci sono 2 giovani ragazze che ci guardano con insistenza. Cerchiamo di ignorarle ma poi la più carina delle due prende l’iniziativa e dichiara il suo amore a Michele che con un certo imbarazzo rifiuta le attenzioni e fugge in camera. A quel punto si fa avanti l’altra che mi propone un massaggio. Penso che potrei farmi spalmare il Voltaren sulla schiena però non mi sembra una fisioterapista, e per non correre rischi fuggo in camera pure io. Ed è già la seconda volta.