11. Da Taskent a Osh

Anche questa non è Male
Ho passato la notte insonne ripercorrendo mentalmente tutte le fasi dell’incidente e degli sviluppi successivi giungendo ad alcune considerazioni delle quali farò tesoro per il futuro.
Lungo la strada per Fergana visitiamo il terzo orfanotrofio che, forse a causa della sua lontananza dalle città più importanti, troviamo in pessime condizioni anche se i piccoli ospiti sembrano non accorgersene. Sono incredibilmente felici per la nostra visita e i più intraprendenti si mettono alla guida delle nostre moto con tanto di casco in testa. È una scena toccante che non manca di emozionarmi.

Al Terzo Orfanotrofio






Ripartiamo accompagnati dai motociclisti uzbeki fino all'imbocco della valle di Fergana dove ci fermiamo a salutarli e ringraziarli per l’aiuto che ci hanno dato. 
Stiamo per entrare nella valle tristemente nota per essere un bacino di terroristi dove le varie organizzazioni rivoluzionarie contano numerosi accoliti.
Mi attardo un attimo per fare fotografie, per ammirare il paesaggio e rimango solo.  Proseguo lentamente su una bellissima strada di montagna fino ad una galleria sorvegliata da alcuni giovani militari che salutano festosamente.

La Fergana Valley
Proseguo ancora per diversi chilometri fin quasi al termine della discesa dove mi ricongiungo agli altri che nel frattempo si sono fermati a mangiare. Non ho fame,  ordino un the caldo e quando chiedo il conto scopro che mi è stato offerto da un uzbeko col quale ho scambiato due parole.

Altro Bel Ristorantino


Gli uzbeki mi sono piaciuti tantissimo, sempre allegri, estremamente gentili, molto ospitali ma mai invadenti.

Prima di andare in hotel ci diamo da fare per il pieno di benzina e controlliamo la pressione delle gomme utilizzando il serbatoio di aria di un camion da cava. Da queste parti sembra che sia l’unico sistema per gonfiare i pneumatici. Bah!! 



Il mattino seguente quando stiamo per partire scopriamo che il furgone è quasi in riserva per cui facciamo un giro in città ma non trovando gasolio nei distributori  decidiamo di acquistarne un po’ da un camionista di passaggio. Dopo 70 km di strada in pessime condizioni arriviamo al previsto posto di frontiera che però troviamo chiuso da tempo e non si passa.

La Solita Folla di Curiosi
Questa proprio non ci voleva. Siamo costretti a tornare indietro per prendere un’altra strada molto più lunga e come se non bastasse il furgone si spegne e non ne vuol sapere di rimettersi in moto. Pensiamo subito al gasolio… Paolo con l’aiuto di un meccanico spurga il filtro, gli iniettori, svuota il serbatoio e lo riempie di gasolio buono ma è tutto inutile, il furgone non da segni di vita.

Pit Stop
Dopo 4 ore buone di tentativi infruttuosi ci convinciamo che l’unica soluzione al momento è quella di far trainare il furgone fino alla frontiera col Kirghizistan, poi si vedrà. Una volta giunti in dogana spieghiamo la situazione ai militari che ci consentono di spingere il furgone dall’altra parte. Nel frattempo Valerio riesce a trovare un Kirghiso disposto a trainare il furgone fino all’hotel distante solo una trentina di km dove arriviamo alle 22 circa.